DECRETO RILANCIO MAGGIO 2020 – MISURE PER IMPRESE, AUTONOMI, FAMIGLIE E LAVORATORI
Ultimo Aggiornamento: 20 Maggio 2020
Il Decreto Rilancio approvato dal Governo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19/05/2020. Si tratta di un provvedimento da 55 miliardi di euro che interviene con un ventaglio di misure su più livelli per dare risposta alle sfide e ai problemi emersi con l’emergenza da Covid-19. Le misure riguardano imprese, autonomi, famiglie e lavoratori e prevedono Contributi a fondo perduto per Partite IVA e PMI in base alla perdita di ricavi, esonero IRAP, sovvenzioni statali per gli stipendi, sgravio affitti, bollette e lavori per la sicurezza, proroga della cassa integrazione in deroga e tanto altro.
Il sostegno alle imprese: taglio dell’Irap, Contributi a fondo perduto e ricapitalizzazioni
Contributi a fondo perduto
La misura fondamentale per Professionisti e PMI è rappresentata dai Contributi a fondo perduto
a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale, anche se svolte in forma di impresa cooperativa, con fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro, erogato con bonifico diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate, fino ad un importo massimo stimato circa 60mila euro.
L’intento di questa misura è infatti sostenere i soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19, da cui è escluso però il soggetto la cui attività risulti cessata alla data del 31 marzo 2020.
Il meccanismo si applica guardando alle differenze tra il mese di aprile 2019 (di piena attività) e aprile 2020 (di totale lockdown) ed il sostegno spetterà a chi ha avuto perdite per almeno 2/3 rispetto ad aprile 2019.
L’importo a fondo perduto della sovvenzione è parametrato al calo annuo di fatturato e si articola in tre scaglioni:
• 20% della differenza di fatturato per chi ha ricavi fino a 400.000 euro
• 15% per chi ha ricavi sopra a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro
• 10% per chi ha ricavi sopra a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
L’ammontare del contributo a fondo perduto è riconosciuto sino ad euro 41.000,00, comunque, ai soggetti beneficiari, per un importo non inferiore a 1.000,00 euro per le persone fisiche e a 2.000,00 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Agevolazione rafforzamento patrimoniale
Per le società con ricavi sopra a 5 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro il decreto prevede un sistema apposito di “rafforzamento patrimoniale”. Le misure si applicheranno solo per chi, nei mesi di marzo e aprile 2020, ha subito un calo di fatturato di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e valgono in occasione di aumenti di capitale effettuati entro il 31 dicembre 2020 (che, per ricevere i finanziamenti dello Stato, dovranno essere di almeno 250.000 euro per società con ricavi di almeno 10 milioni di euro).
La misura prevede innanzitutto una detrazione d’imposta sull’Irpef o sull’Ires (a seconda del soggetto) pari al 20% del “conferimento in denaro effettuato nel capitale sociale di una o più società” mediante l’aumento del capitale sociale. L’importo massimo su cui calcolare la percentuale è di 2 milioni di euro.
Alle stesse società è riconosciuto, a seguito dell’approvazione del bilancio per l’esercizio 2020, un credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal decreto (con un tetto massimo di 800.000 euro). La distribuzione di riserve prima del 1° gennaio 2024 da parte della società comporta la decadenza dal beneficio per il contribuente che ha sottoscritto l’aumento di capitale e per la società stessa e l’obbligo per tutti i beneficiari di restituire gli importi, unitamente agli interessi legali.
E’ previsto inoltre l’istituzione di un “Fondo Patrimonio PMI” per il sostegno e rilancio del sistema economico-produttivo italiano. L’obiettivo del fondo è quello di sottoscrivere entro il 31 dicembre 2020 strumenti finanziari emessi dalle società che eseguono l’aumento di capitale. Queste società devono avere un volume di ricavi tra 10 e 50 milioni di euro, oltre ad eseguire un aumento di capitale di ammontare compreso tra 250.000 euro e il minore importo tra l’ammontare dell’aumento di capitale e 3 milioni di euro. Con questo sistema, lo Stato punta a sostenere le imprese contribuendo alle ricapitalizzazioni private con importi pari a quelli investiti dai soci.
Infine, per le s.p.a. con sede in Italia di maggiori dimensioni (fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro) non appartenenti ai settori bancario, assicurativo e finanziario, si prevede l’istituzione di un “Patrimonio Rilancio” da 50 miliardi presso Cassa Depositi e Prestiti (la cui durata è al momento fissata a 12 anni) che potrà intervenire temporaneamente nel capitale delle società colpite dalla crisi connessa all’emergenza Covid-19, per esempio attraverso prestiti convertibili o aumenti di capitale.
Agevolazione esenzione IRAP
Nel Decreto Rilancio anche nuovi incentivi fiscali, a partire dall’esenzione dal versamento del saldo dell’IRAP dovuta per il 2019 e della prima rata, pari al 40 per cento, dell’acconto dell’IRAP dovuta per il 2020 per le imprese con un volume di ricavi compresi tra 0 e 250 milioni e i lavoratori autonomi con un corrispondente volume di compensi. Rimane fermo l’obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019.
Le misure per l’innovazione
Escluso dal Decreto Rilancio l’articolo dedicato al potenziamento del Piano Transizione 4.0, su cui stava lavorando il Ministero dello Sviluppo Economico. E’ stato invece previsto l’istituzione del “Fondo per il trasferimento tecnologico” da 500 milioni di euro.
Per quanto riguarda le start up innovative, si rifinanzia con 100 milioni di euro l’intervento “Smart & Start”, destinati al rifinanziamento delle agevolazioni concesse nella forma del finanziamento agevolato. Per questo stesso obiettivo si aggiungono 200 milioni di euro al Fondo di sostegno al venture capital per sostenere investimenti nel capitale di start up e PMI innovative.
Si stanziano 10 milioni di euro per garantire alle start up contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi forniti da incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels.
Si istituisce infine un Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione da 50 milioni di euro che coprirà le spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali, della diffusione dell’identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche, della realizzazione e dell’erogazione di servizi in rete, dell’accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti e per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie.
Le misure dedicate a imprese e professionisti del Mezzogiorno
Alcuni articoli previsti dal Decreto Rilancio riguardano fondi dedicati a specifici territori, tra cui quelli del sud Italia. Innanzitutto si incrementa la dotazione del Fondo di sostegno alle attività economiche nelle aree interne con 60 milioni di euro per il 2020, 30 milioni per il 2021 e 30 per il 2022.
Incremento Agevolazione Ricerca e Sviluppo
Rimodulati i crediti d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle strutture produttive delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per i quali è stato previsto un aumento delle aliquote. In particolare sale:
• dal 12% al 25% il credito d’imposta per le grandi imprese;
• dal 12% al 35% il credito d’imposta per le medie imprese;
• dal 12% al 45% il credito d’imposta per le piccole imprese.
Incremento Agevolazione Resto al Sud
È infine previsto un contributo a fondo perduto volto a sostenere la liquidità di imprese e autonomi finanziati dall’agevolazione “Resto al Sud”, che agevola la nascita di nuove attività imprenditoriali nel Mezzogiorno. L’importo del contributo, erogabile solo dopo il completamento dei programmi di spesa già agevolati, è di:
• 15.000 euro per le attività di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale;
• 10.000 euro per ciascun socio dell’impresa, fino ad un importo massimo di 40.000 euro.
La liquidità: dal taglio ad affitti e bollette al rinvio dei versamenti fiscali
Credito d’imposta canone locazione
Per imprese, autonomi, professionisti con ricavi fino a 5 milioni di euro, è previsto un credito d’imposta del 60% del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili per i mesi di marzo, aprile e maggio, ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo. Il credito al 60% si applica anche agli enti del terzo settore e religiosi.
Nel caso di servizi a prestazioni complesse e di affitto d’azienda, il credito d’imposta scende al 30% del canone. Per calcolarne l’ammontare, si dovranno considerare i canoni dei mesi di aprile, maggio e giugno 2020, mentre per i soggetti locatari esercenti attività economica il presupposto per beneficiare del credito è di aver subito “una diminuzione di fatturato”, in ciascuno dei mesi per cui si vuole fruire del beneficio, di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente. Si prevede poi che il credito possa essere ceduto al locatore e al concedente (ottenendo così uno sconto sul canone pari all’importo del credito), oppure ad altri soggetti come istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Il decreto prevede anche un credito di imposta del 60% delle spese sostenute nel 2020 per la riapertura in sicurezza degli esercizi aperti al pubblico, nei limiti di 80.000 euro per beneficiario ed un credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del terzo del settore, viene riconosciuto un credito d’imposta in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020. Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario;
Con uno stanziamento di 600 milioni di euro, si riducono inoltre le spese per le bollette elettriche su utenze diverse dagli usi domestici dei mesi di maggio, giugno e luglio 2020.
Rinvio versamenti fiscali, cartelle esattoriali, sugar tax e plastic tax
Sul fronte dei versamenti fiscali, sono rinviati ulteriormente dal 20 maggio al 16 settembre 2020 i versamenti di ritenute, Iva e contributi sospesi a marzo, aprile e maggio per le imprese già beneficiarie della sospensione secondo quanto previsto dai decreti Cura Italia e Liquidità. Il pagamento potrà avvenire in unica soluzione o attraverso al massimo 4 rate di pari importo.
Le notifiche delle cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate sono rinviate al primo settembre, mentre la consegna degli atti di accertamento slitta al 2021.
Sarà rinviata infine all’1 gennaio 2021 l’introduzione di sugar tax e plastic tax, la cui entrata in vigore era prevista per quest’estate.
Esenzione Imu 2020
Sono esentati dalla prima rata Imu del 2020 gli stabilimenti balneari e termali, gli immobili della categoria catastale D/2, gli agriturismi, i villaggi turistici, gli ostelli della gioventù e i campeggi (se i proprietari sono anche i gestori delle attività).
Ecobonus e Sismabonus al 110%
Il Decreto Rilancio contiene il potenziamento di Ecobonus e Sismabonus, che permetterà di usufruire di una detrazione d’imposta del 110%, da dividere in cinque quote annuali di pari importo, su spese sostenute dall’1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. La detrazione potrà anche essere ceduta all’impresa che esegue i lavori, ottenendo uno sconto del 100% in fattura, o agli istituti di credito.
Gli interventi per cui si prevede il superbonus sono:
• interventi di isolamento termico con un limite di spesa detraibile di 60.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio;
• interventi sulle parti comuni degli edifici o sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione (con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto), a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici, relativi sistemi di accumulo e impianti di microcogenerazione. Il limite di spesa detraibile (incluse quelle per lo smaltimento e la bonifica dell’impianto sostituito) è di 30.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Se eseguiti congiuntamente si potrà beneficiare della detrazione al 110% anche per i normali interventi di efficientamento energetico.
La condizione per poter beneficiare della detrazione è che gli interventi assicurino il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, oppure che determinino il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (A.P.E.), prima e dopo i lavori.
L’installazione di impianti fotovoltaici e di relativi sistemi di accumulo integrati può beneficiare della detrazione al 110% se eseguita congiuntamente ad uno degli interventi sopra descritti, per un limite di spesa massimo di 48.000 euro e comunque nel limite di spesa di euro 2.400 per ogni kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico e 1.000 euro per ogni kW dei sistemi di accumulo integrati. Anche l’installazione di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, se effettuata insieme agli interventi principali, potrà sfruttare il superbonus.
Anche per gli interventi antisismici la detrazione sale al 110%. Se però il credito viene ceduto ad un’impresa di assicurazione con la stipulazione di una polizza che copre il rischio di eventi calamitosi, la detrazione scende al 90%.
I soggetti che sostengono le spese possono optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione, per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto anticipato dal fornitore, e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta, oppure per la trasformazione del corrispondente importo in credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
I crediti d’imposta sono utilizzati anche in compensazione sulla base delle rate residue di detrazione non fruite e con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non può essere usufruita negli anni successivi, e non può essere richiesta a rimborso.
Le misure per lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti
Il pacchetto lavoro del Decreto Rilancio presenta diverse novità, oltre a rinnovare e in alcuni casi potenziare alcune misure già introdotte dai precedenti decreti.
Chi ha almeno un figlio minore di 14 anni ha diritto a svolgere la prestazione di lavoro in smart working anche in assenza degli accordi individuali fino alla cessazione dello stato di emergenza, a condizione che entrambi i genitori lavorino e che nel nucleo familiare non vi sia “un genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa”.
La Cassa Integrazione viene estesa di altre nove settimane in due tranche, fino al 31 agosto 2020 si potranno richiedere ulteriori 5 settimane di Cassa Integrazione, mentre dal primo settembre al 31 ottobre si potranno richiedere altre 4 settimane. Per velocizzare il pagamento diretto degli ammortizzatori sociali da parte dell’Inps, viene introdotto un sistema che permetterà di ricevere il trattamento entro un mese e mezzo dalla richiesta del datore di lavoro.
Il congedo parentale (con indennità pari al 50% della retribuzione) potrà essere utilizzato per altri 15 giorni (quindi 30 giorni in totale) per chi ha figli di età fino a 12 anni, nel periodo compreso tra il 5 marzo 2020 e il 31 luglio 2020. Vengono aggiunte altre 12 giornate ai permessi retribuiti per chi ha figli portatori di handicap, da usufruire nel periodo di maggio e giugno 2020.
Il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo viene esteso a 5 mesi (quindi altri tre mesi rispetto ai 60 giorni previsti dal Cura Italia). Inoltre, il datore di lavoro può revocare il licenziamento avvenuto dal 23 febbraio al 17 marzo, facendo contestualmente richiesta per il trattamento di Cassa Integrazione in Deroga a partire dalla data del licenziamento stesso. Sarà così ripristinato il rapporto di lavoro, senza oneri né sanzioni. Inoltre, il divieto di licenziamento e il diritto alla conservazione del posto di lavoro verrebbe applicato indistintamente a chi ha figli fino a 16 anni (e non più, come disposto dal Cura Italia, per figli tra i 12 e i 16 anni).
Il bonus baby sitter viene aumentato di 600 euro (per un totale di 1.200 euro), e potrà essere usato anche per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. Per i lavoratori medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica e operatori sociosanitari, il bonus è aumentato da 1.000 a 2.000 euro.
La grande novità del Decreto Rilancio è l’istituzione del Reddito di Emergenza per due quote di importo variabile: dai 400 euro mensili per i single agli 800 massimi, a seconda del numero di componenti del nucleo familiare.
Potranno fare domanda, entro la fine del mese di giugno, le famiglie che possiedono questi requisiti:
• residenza in Italia;
• reddito familiare nel mese di aprile 2020 inferiore all’importo del beneficio (come detto, variabile tra 400 e 800 euro);
• valore del patrimonio mobiliare familiare del 2019 inferiore a 10.000 euro (aumentato di 5.000 euro per ogni componente del nucleo oltre al richiedente, fino a un massimo di 20.000 euro, più altri 5.000 nel caso sia presente nel nucleo un componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
• Isee inferiore a 15.000 euro;
Nel Decreto Rilancio si rinnova per il mese di aprile il bonus da 600 euro per autonomi, professionisti e Partite Iva.
Per il mese di maggio 2020, invece, è previsto un ulteriore bonus da 1.000 euro per i liberi professionisti titolari di Partita Iva (iscritti alla Gestione Separata dell’Inps) nel caso in cui abbiano subito una riduzione comprovata del reddito di almeno il 33% nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, e per i Co.Co.Co che abbiano cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto. Il possesso dei requisiti dovrà essere autocertificato all’Inps e l’Agenzia delle Entrate farà le relative verifiche.
Questo bonus “aumentato” per il mese di maggio si estende anche agli stagionali e ai lavoratori in somministrazione del turismo e degli stabilimenti termali che hanno perso il lavoro dall’1 gennaio
2019 al 17 marzo 2020 e ai lavoratori in somministrazione nel turismo e negli stabilimenti termali che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro dall’1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020.
I percettori di Naspi e Dis-Coll in scadenza tra l’1 marzo 2020 e il 30 aprile 2020 potranno beneficiarne per altri due mesi a partire dal giorno di scadenza. Chi percepisce il reddito di cittadinanza, Naspi e Dis-Coll potrà beneficiare per altri due mesi della sospensione delle misure di condizionalità.
Si eliminano fino al 30 agosto 2020 gli effetti del Decreto Dignità sui rinnovi dei contratti a tempo determinato, come l’obbligo di causale.
È previsto inoltre un bonus mensile per i lavoratori domestici che abbiano subito uno o più contratti di lavoro da più di 10 ore settimanali alla data del 23 febbraio 2020, e che non convivano con il datore di lavoro. L’importo è di 1.000 euro complessivi per aprile e maggio 2020, che l’Inps erogherà in un’unica soluzione.
Ultimo Aggiornamento: 20 Maggio 2020